Comprendere Dvandva: il concetto di dualità nella filosofia indù
Dvandva (sanscrito: द्वन्द्व) è un termine sanscrito che si riferisce al concetto di dualità o coppia nella filosofia indù, in particolare nella tradizione del Vedanta. È spesso usato per descrivere la relazione tra due concetti apparentemente opposti, come purusha (coscienza) e prakriti (natura), o il sé individuale (jiva) e la realtà ultima (Brahman).
In questo contesto, dvandva si riferisce all'idea che questi due aspetti della realtà non sono separati o distinti, ma sono interconnessi e interdipendenti. La dualità non è una semplice opposizione binaria, ma piuttosto una complessa rete di relazioni che non può essere pienamente compresa riducendo un aspetto all'altro.
Ad esempio, nell'Advaita Vedanta, la relazione tra purusha e prakriti è vista come un dvandva, dove purusha (coscienza) e prakriti (natura) non sono entità separate, ma sono interdipendenti e co-costituiscono l'una con l'altra. Ciò significa che la coscienza non può esistere senza la natura, e la natura non può esistere senza la coscienza.
Il concetto di dvandva è centrale per comprendere la natura non duale della realtà nella filosofia Vedanta e sottolinea l'importanza di riconoscere l'interconnessione e l'interdipendenza di tutti gli aspetti della la realtà.