Comprendere il novatianesimo: un'eresia cristiana di purezza e misericordia
Il novatianesimo era un'eresia cristiana emersa nel III secolo e prese il nome dal suo fondatore, Novaziano, un sacerdote di Roma. Insegnava che solo coloro che erano stati battezzati prima di apostatare potevano essere ribattezzati e ritornare alla Chiesa. Questo punto di vista era in conflitto con la pratica prevalente della Chiesa, che consentiva il battesimo di coloro che avevano precedentemente apostatato.
Il novatismo ottenne un seguito significativo all'inizio del IV secolo, in particolare in Italia e nel Nord Africa. Tuttavia, alla fine fu condannato come eresia dalla Chiesa cattolica al Concilio di Roma del 340 e al Concilio di Arles del 353. Il concilio dichiarò che tutti coloro che avevano abiurato durante le persecuzioni potevano essere ribattezzati, indipendentemente dal fatto che fossero erano stati battezzati prima della loro apostasia.
Gli insegnamenti del novatismo erano basati su un'interpretazione rigorosa della Bibbia e sulla fede nell'assoluta purezza della Chiesa. Novaziano e i suoi seguaci credevano che la Chiesa dovesse ammettere solo coloro che non avevano mai rinnegato la propria fede, e che coloro che avevano abbandonato durante le persecuzioni non erano veramente pentiti. Rifiutavano anche l'idea della "penitenza" come via per ritornare alla Chiesa, insistendo invece su una stretta aderenza alle regole della Chiesa.
L'eresia del novatismo era significativa perché metteva in luce la tensione tra il desiderio di purezza e il bisogno per la misericordia nella Chiesa. Il dibattito sul novatismo portò a una maggiore enfasi sull'importanza della penitenza e sul ruolo della Chiesa nel perdonare i peccati, e contribuì allo sviluppo del sacramento della Penitenza nella Chiesa cattolica.