Informalismo: un movimento filosofico e artistico che rifiuta la tradizione
L'informalismo è un movimento filosofico e artistico emerso negli anni '60 e '70, in particolare in Francia e negli Stati Uniti. Era caratterizzato da un rifiuto delle forme tradizionali di arte e filosofia, nonché da un'attenzione al quotidiano e al mondano.
L'informalismo rifiutava l'idea di un'unica verità oggettiva e enfatizzava invece l'esperienza soggettiva dell'individuo. Rifiutava anche l'idea di un sé fisso ed essenziale e enfatizzava invece la fluidità e la mutevolezza dell'identità.
In termini di arte, l'informalismo era caratterizzato da un rifiuto delle forme tradizionali come la pittura e la scultura, e abbracciava invece materiali più effimeri e quotidiani come come la fotografia, il cinema e la performance art. Gli artisti informali usavano spesso materiali e tecniche non convenzionali, come operazioni casuali e oggetti trovati, per creare le loro opere.
L'informalismo ha avuto un'influenza significativa sull'arte contemporanea, in particolare negli anni '80 e '90, quando è stato ripreso e reinterpretato da una nuova generazione di artisti . Influenzò anche altri campi come la filosofia, la letteratura e la musica.
Alcune figure chiave associate all'informalismo includono:
* Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir (filosofia)
* Andy Warhol e Robert Rauschenberg (arte)
* John Cage e David Tudor (musica)
* Allen Ginsberg e William S. Burroughs (letteratura)
L'informalismo è spesso visto come una reazione contro la rigidità e il conformismo della società moderna e come un modo per sfidare le nozioni tradizionali di arte e identità. Continua a influenzare la cultura contemporanea e rimane oggi un importante riferimento per artisti, filosofi e pensatori.