


L'evoluzione dei kibbutz in Israele: dalla proprietà collettiva alle imprese capitaliste
I kibbutz sono un tipo di insediamento israeliano istituito nei primi anni dello stato, caratterizzato dalla proprietà collettiva dei beni e dalla vita in comune. La parola "kibbutz" deriva dalla parola ebraica per "gruppo" o "collettivo" e questi insediamenti erano destinati a essere comunità autosufficienti in cui i membri avrebbero lavorato insieme per coltivare la terra e condividere le risorse.
I Kibbutz furono fondati da giovani pionieri idealisti che erano attratti dalla visione di una società socialista basata sull’uguaglianza, la cooperazione e il sostegno reciproco. Erano spesso stabiliti in aree remote del paese, dove il suolo era povero e il clima rigido, ma dove i membri potevano vivere dei frutti della terra ed essere autosufficienti.
I kibbutz erano noti per la loro etica egualitaria, dove tutti i membri avevano un pari voce in capitolo nel processo decisionale e ripartiti equamente nei profitti e nelle perdite della comunità. Avevano anche un forte senso di responsabilità sociale e molti kibbutz erano coinvolti in varie forme di attivismo sociale e lavoro di volontariato.
Nel corso del tempo, tuttavia, i kibbutz hanno subito cambiamenti significativi e molti si sono evoluti in imprese capitaliste più tradizionali. Alcuni hanno privatizzato i propri beni, mentre altri hanno introdotto salari e strutture di gestione gerarchica. Nonostante questi cambiamenti, tuttavia, i kibbutz rimangono una parte importante della società israeliana e un simbolo dello spirito pionieristico e degli ideali sociali del Paese.



